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La Montanara

Note d'attacco

DO DO FA  DO FA (04:00)

Presentazione

Il canto "La montanara" nasce nel luglio del 1927 nell’alta valle di Lanzo (TO), al Pian della Mussa; l’alpinista Toni Ortelli sente levarsi dall’Alpe dell’Uia di Ciaramella un dolce canto: é forse la voce di un pastorello. Ortelli aveva già sentito il motivo una sera in un’osteria di Balme. Ne trascrive testo e musica, in ricordo dell’amico Emilio Bich, guida valdostana precipitata dalla Punta Zumstein del Monte Rosa il 4 agosto 1927. Incontrato l’amico Bepi Ranzi a Torino, gli fa sentire la composizione; il Ranzi ne rimane entusiasta e la cantano assieme a due voci. Arrivata al maestro Luigi Pigarelli a Trento, viene da questi armonizzata sotto lo pseudonimo di Pierluigi Galli. Se ne impadronisce ben presto il Coro della SOSAT (che poi diverrà Coro della SAT), che ne cura la prima edizione del 1930. Allo stesso Pigarelli va riconosciuto il merito della definitiva stesura armonica e poetica. Il canto cominciò così la sua diffusione in tutto il mondo e divenne talmente noto, per esempio, da dare il nome ad un coro in Germania. Curiosamente va ricordato che "La montanara" fu cantata "ad orecchio" per la prima volta pubblicamente a Roma dal Coro della SOSAT ai microfoni dell’EIAR il 7 aprile 1929.

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Questo canto, a ragione considerato l’inno internazionale della montagna, è ispirato, com’è noto, alla leggenda di Soreghina, figlia del Sole: la principessa Soreghina viveva solo quando splendeva il sole; di notte s’immergeva in un sonno profondissimo. Accadde un giorno che s’imbatté in Ey de Net (Occhio di Notte), glorioso guerriero dei Duranni che proveniva dal regno dei Fanes. Questi era caduto da una rupe ed era rimasto privo di sensi. Se ne curò Soreghina, che abitò con lui, una volta guarito, in una casetta di legno nella Valle di Fassa, al cospetto del gran Vernel, felice di godere il sole dal quale traeva energia e vita. La bella storia dei due ebbe termine un giorno che la bella Soreghina sentì, di nascosto, il suo guerriero raccontare ad un amico quanto ancora era affascinato dalla bella Dolasilla, principessa guerriera dalla quale aveva dovuto allontanarsi. La rivelazione stroncò l’animo di Soreghina che finì per morire tra le sue braccia.

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Come si nota, le parole del canto menzionano appena questa storia. E’ indubbio, tuttavia, che sia le parole, che evocano tempi e luoghi di sogno, che la bella melodia che accompagna il testo e, perché no? anche la voce del solista, esercitano un fascino particolare che poche canzoni di montagna sanno suscitare al pari di questa.

Là su per le montagne
tra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor


La su per le montagne
tra boschi e valli d'or,
tra l'aspre rupi echeggia
un cantico d'amor


"La montanara, ohé"
si sente cantare,
"Cantiam la montanara
e chi non la sa?"


Là su sui monti
dai rivi d'argento,
una capanna

cosparsa di fior.
Era la piccola,
dolce dimora,
di Soreghina
la figlia del Sol

Parti suddivise per registro

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