Presentazione
Si cresce in fretta, da bambini si vuole diventare grandi e poi ci si accorge che tutto è passato troppo velocemente. Dove abbiamo lasciato la nostra più serena felicità, l'incanto rapito dei giochi? Comincia allora la ricerca, talvolta nostalgica, talvolta necessario conforto, delle tracce dei nostri passi lontani. Alcuni ricordi fanno riassaporare attimi di lontano stupore, di prezioso affetto. Come sarebbe bello poter fermare il tempo della neve di aprile che racchiude in sé l'attimo della novella primaverile e la poesia dell'inverno. Ai bambini cantiamo la nostra fantasia: "Resta dov'è, dov'è il verde curioso e nuovo, con la neve di tardo aprile”.
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La curiosità del bambino si nasconde ancora dentro di noi. A volte riaffiorano pensieri di nostalgia per la nostra giovinezza e vorremmo fermare il tempo, riassaporare lo stupore e cercare le tracce dei nostri passi lontani. Cantiamo i nostri ricordi e l’innocenza del bambino dentro di noi alla ricerca di un posto dove serbare la gioia che a volte sembra sfuggirci.
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​Lassù la montagna è silenziosa e deserta. Lungo la mulattiera che gli austriaci costruirono per giungere nei pressi dell’Ortigara ora non passa più nessuno. La neve che in questi giorni è caduta abbondante ha cancellato i sentieri dei pastori, le aie dei carbonai, le trincee della Grande guerra, le avventure dei cacciatori. E sotto quella neve vivono i miei ricordi.
Dove devo cercare, dove, le mie tracce di bambino?
Sui sentieri del ramarro? Nell'affetto dei vecchi a sera?
Dove, dov'è il verde curioso e nuovo,
tra la neve di tardo aprile, fra la neve, dov'è?
Dove devi lasciare, dove, le tue tracce di bambino?
Nelle trecce dei capelli? Nel tuo pozzo di fede cara?
Resta dov'è il verde curioso e nuovo,
con la neve di tardo aprile, con la neve lassù.