Presentazione
Le filastrocche sono canti tipici della nostra tradizione contadina. Con queste continue ripetizioni, si divertivano grandi e piccini, diffondendo nelle aie e nei larghi cortili, gioia e allegria. In questa filastrocca, raccolta da alcuni informatori a Lupazzano di Neviano degli Arduini, sempre sull’Appennino Parmense e rielaborata dal Maestro Giacomo Monica, si racconta di quando una volta si andava al mercato, più per vendere che per comprare e, nel caso gli affari non fossero andati nel modo sperato, si tornava con un fiore e un sorriso per la propria amata, sperando di tornare con più fortuna la settimana successiva.
Trallallalla lalla lalla, Trallallalla lalla lalla...
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Sono andà al mercà nel dì di lune
ma non ho trovà, trovà la fune.
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Sono ritornà con un fiorellino
colto nel giardin ancor bagnà.
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Sono andà al mercà nel dì di marte
ma non ho trovà, trovà le scarpe.
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Sono ritornà con un fior di bosco
tienilo nascosto per favor.
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Sono andà al mercà nel dì di giove
ma non ho trovà, trovà le ove.
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Sono ritornà con un fior di rosa
perchè ti do sposa a un cavalier.
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Sono andà nel giorno del Signore
ma non ho trovà, trovà che il sole.
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Sono ritornà col fior di ginestra
perché si fa festa al cavalier.
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Trallallalla lalla lalla, Trallallalla lalla lalla...
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Questa è la lunga storia che Rosina contò,
tornando dal mercato dove la imparò.
Ma è una lunga storia che non finisce qui
per chi vorrà tornar al mercà lunedì.
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Trallallalla lalla lalla, Trallallalla lalla lalla...
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